Anziani: La vera epidemia si chiama abbandono |
Di don Vinicio Albanesi, estratto dall'Italo Americano, settembre 2003 |
Le morti degli anziani, per il caldo torrido di questa estate in Italia e in Europa, hanno impressionato per il numero: anche se in Italia non si è raggiunta la cifra record di decessi della Francia (si è parlato di 3.000-5.000 morti), i primi dati del nostro Paese dicono che sono morti molti più anziani dell'anno scorso. Il 20 per cento di sepolture in più a Roma, Milano e Torino; il 27 per cento in più a Bolzano. A Genova, nel periodo di luglio-agosto, si è raggiunta la cifra record di 693 morti, tanto da spingere l'amministrazione comunale ad aprire un'inchiesta.
Per la verità non ci sono state né grande meraviglia, né prese di posizione scandalizzate, per un'ecatombe improvvisa e gratuita. Un dato è stato rilevato: le morti di anziani sono state più numerose al Nord e nelle grandi città; indicazioni che dicono chiaramente che se le patologie della tarda età, in aggiunta al caldo, hanno determinato le morti, l'abbandono è stato il vero motivo del decesso di molti nostri nonni.
I dati sociali ed economici che riguardano le persone al di sopra dei 65 anni confermano l'abbandono. La Confesercenti ha dichiarato che a ogni anziano, per le ferie, rimangono esattamente 17 (diciassette) euro al mese, perché dalle loro modeste pensioni il 22 per cento viene assorbito dagli alimenti; il 33 per cento dall'abitazione; il 9 per cento dalle spese fisse; il 7 per cento dalla sanità, rimanendo un misero 1,8 per cento per i loro "svaghi".
Tra gli anziani che vivono da soli, il 13,3 per cento si colloca al di sotto della soglia di povertà; tra i vacanzieri, solo l'8 per cento ha un'età superiore ai 65 anni. I dati dunque dicono che vivere la tarda età significa rischiare la solitudine e la povertà.
Mi hanno riferito che è in crescita un fenomeno agghiacciante: l'abbandono fisico di persone anziane. Donne e uomini, lasciati in una pensilina o su un ponte, con una borsetta di biancheria pulita, dichiarano di "essere perduti". La polizia interviene per un primo alloggio in strutture collettive, in attesa di risalire a figli e parenti, dopo l'estate.
Ho stentato a credere che, oltre agli animali, si potessero "abbandonare" dei genitori. Mi hanno confermato che, nell'omertà compassionevole di un genitore che non denuncerà mai figli o figlie per l'abbandono, il fenomeno sta facendosi consistente e rimane impunito. Una "invenzione nuova" di parcheggio, dopo il rifiuto degli ospedali di ricoverare persone anziane nel periodo estivo.
La conclusione è amara, l'anziano resta una risorsa quando o con i propri
redditi o con le proprie energie è utile all'economia familiare: superata la
soglia della sua utilità, viene scaricato con decisione e cinismo.
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