POLEMICA CON IL PROCESSO DI PAPA PACELLI AL CENTRO DELLA DISPUTA IL PRESUNTO SILENZIO DEL PONTEFICE SULL'OLOCAUSTO |
Pio XII, rottura tra Vaticano e Congresso ebraico. Tre storici francesi si sono dimessi in polemica con il processo di beatificazione di Papa Pacelli. |
PARIGI - Settembre 2001 - Si è consumata definitivamente la rottura tra Vaticano e Congresso ebraico mondiale sulla commissione internazionale mista di storici cattolici ed ebrei, istituita nel 1999, per esaminare il ruolo della Santa Sede, (ed in particolare di Papa Pio XII) durante la seconda guerra mondiale, e con riferimento specifico al comportamento del pontefice rispetto all'Olocausto.
Il 4 settembre, riferisce 'Le Monde', i tre studiosi ebrei dell'organismo paritetico hanno inviato una lettera al cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani e i rapporti con l'ebraismo, con la quale danno le dimissioni dell'incarico. La missiva è firmata dai professori Michel Marrus dell'Università di Toronto, Bernard Sucheky dell'Università di Bruxelles e Robert Wistrich dell'Università di Gerusalemme. Le loro dimissioni mettono fine, almeno per il momento, alle speranze di un dialogo tra cattolici ed ebrei per tentare di appurare la verità su uno degli episodi più drammatici del recente passato: il presunto silenzio di Pio XII sullo sterminio degli ebrei.
Nella lettera al card. Kasper, i tre storici ebrei si dicono "scioccati" dalle dichiarazioni di "straordinaria durezza e totalmente ingiustificate" provenienti dal Vaticano. Il riferimento è alle recenti dichiarazioni del gesuita tedesco padre Peter Gumpel, postulatore della causa di beatificazione di Pio XII, il quale aveva sostenuto l'esistenza di "una campagna denigratoria" contro la Santa Sede da parte della componente ebraica della commissione mista, interessata a creare un clima di "scontro ideologico" più che a ricercare la verità sull'opera di Pio XII. In questi termini Gumpel si era espresso, alla fine dello scorso luglio, dopo la decisione del gruppo di esperti ebrei di sospendere il lavoro di ricerca fino a quando non fossero stati aperti gli archivi segreti vaticani, finora inaccessibili per la parte relativa al 1939-1945.
Per i professori Marrus, Sucheky e Wistrich, "gli attacchi radical contro l'integrità morale" degli esperti ebrei sono contrari allo spirito di rispetto reciproco che la Chiesa cattolica stessa tenta di far prevalere dal Concilio Vaticano II in poi. Nella lettera al cardinal Kasper si stigmatizzano le dichiarazioni rese il 7 agosto, a nome del Vaticano, da padre Gumpel, il quale aveva sostenuto la presenza di "una campagna diffamatoria contro la Chiesa, orchestrata da esponenti del Congresso ebraico mondaile". Gumpel parlava anche di storici "scorretti", preoccupati solo di diffondere "sospetti".
Neppure l'ultima presa di posizione dello stesso Kasper, nella speranza di tentare una riconciliazione, ha fatto recedere Marrus, Sucheky e Wistrich dalla loro volontà di rassegnare le dimissioni. In un comunicato del 25 agosto, il cardinale sottolineava che si era creato all'interno della commissione mista "un clima di diffidenza" dopo le continue fughe di notizie provenienti dal versante ebraico. Kasper esprimeva "rincrescimento" per lo stato di cose e precisava anche che non era mai stata promessa l'apertura degli archivi di Pio XII. "Ė per tutti questi motivi che riteniamo impossible prevedere la ripresa del lavoro comune", affermano nella loro lettera i tre storici ebrei.
INDICE DEGLI ARTICOLI