Michelangelo: Clamorosa
Scoperta, |
(News ITALIA PRESS) |
ROMA- La statua di Giulio II, che domina il monumento funebre dedicato al papa nella chiesa romana di San Pietro in Vincoli, è nata dalla mano geniale di Michelangelo.
Per secoli era stata attribuita invece allo scalpellino di Tommaso Boscoli. Poi, due anni fa, si decise di restaurare il Mose' di Michelangelo e di restituire dignità a tutto il monumento funebre. E proprio un restauratore ha visto quel che intere generazioni di studiosi hanno ignorato: sul volto di Giulio II, su quel corpo che si muove sul sarcofago ancora vitale e non sconfitto dalla morte e soprattutto sulla superficie del marmo in molti punti "non finito", c'e' la mano del Buonarroti.
Da 450 anni la paternità della scultura di Giulio II era attribuita a Tommaso Boscoli, complice l'autorità di Giorgio Vasari, il celeberrimo autore dell'opera "Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti", apparsa per la prima volta nel 1550. I risultati del lavoro degli esperti dell'Istituto Centrale per il Restauro hanno smentito quest'attribuzione, avanzando con ragionevole certezza l'ipotesi che il mausoleo a papa Giuliano della Rovere, che regnò dal 1503 al 1513, è opera dell'autore degli affreschi della Cappella Sistina.
Antonio Forcellino è stato uno dei restauratori che hanno avuto l'opportunità di "avvicinare" la statua di Giulio II, dirigendo l'intervento di ripulitura durato quasi due anni. Forcellino ha potuto studiarla come nessun altro prima, confrontandola con le altre sculture di cui è attorniata. E ha riletto criticamente anche il passo del Vasari in cui si parla di Giulio II, e i diversi contratti che Michelangelo stipulò per il complesso di San Pietro in Vincoli. Da una serie d'indizi e di riscontri, Forcellino è arrivato alla conclusione che tra il 1514 e il '15 Michelangelo lavorò anche al mausoleo del pontefice, che la tradizione attribuisce invece al Boscoli.
Le conclusioni del restauratore Forcellino hanno trovato il sostegno anche del professor Christoph Frommel, direttore della Biblioteca Hertziana di Roma, il prestigioso istituto di storia dell'arte che fa capo al governo tedesco, il quale trova "convincente" l'attribuzione michelangiolesca. D'accordo con la nuova paternità sono anche alcuni dei massimi esperti internazionali di Michelangelo Buonarroti come Michael Hirst, Kathleen Brandt, Echinger Maurach e Geoge Satzinger.
INDICE DEGLI ARTICOLI